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San Cipriano di Antiochia

Siamo nel 300 d.C. un'epoca nella quale gli uomini erano quasi tutti pagani.
Cipriano di Antiochia esercitava la professione del mago e stregone, una professione ereditata da suo padre.
Giovane e dalla mente aguzza, Cipriano possedeva numerosi libri di arti magiche, stregonerie e invocazioni agli spiriti maligni.

Ecco come viene presentato quest'uomo da Giona Sufurino nel famoso "Tesoro delle scienze occulte" il libro infernale:


Il santo che si venera con questo nome fu prima della conversione al cristianesimo uno dei maghi più famosi che siano stati conosciuti. Nato  da padre ricchissimo e autorevole, esercitò tutte le arti magiche fino quando a 30 anni si convertì alla religione Cristiana. 

Durante la sua professione di Mago scrisse numerosi libri di stregonerie di rituali esoterici, fece numerosi sortilegi e vaticini, compì operazioni, ottenne effetti sorprendenti, meravigliando il mondo con le sue arti segrete.

 Esercitò una potenza formidabile sugli spiriti infernali, i quali l'obbedivano in ogni mandato, riuscendo così a produrre strabilianti incantamenti. 

Al dominio assoluto che esercitava sulle persone e sugli elementi si deve indirettamente la sua conversione alla fede di Cristo, avvenuta in seguito a questo fortuito caso.

 Abitava in Antiochia una giovinetta di nome Giustina tanto graziosa quanto ricca. I genitori Edeso e Cledonia, l'avevano cresciuta alla religione dei gentili, ma la fanciulla, avendo assistito ad una predica del diacono Prailo, che esaltava la bellezza ideale della nuova religione e ne descriveva le gioie spirituali, si convertì riuscendo dopo pochi mesi a strappare anche il padre dall'errore del paganesimo. Il giovane Aglaide si innamorò di questa Giustina, la chiese in sposa, ma ne ebbe un rifiuto, essendosi la fanciulla votata alla castità per meglio adorare Dio. Disperato Aglaide ricorse a Cipriano il Mago perchè obbligasse la fanciulla, che tanto si ostinava nella ripulsa, a cedere al suo ardente desiderio. Il mago usò tutte le malie e i più potenti incantesimi; chiese aiuto agli spiriti maligni per riuscire nell'impresa. Qualunque sforzo fu vano. Giustina resisteva a ogni sorta di male arti perché s'era posta sotto la protezione della Vergine, era aiutata dalla divina grazia di Gesù ed inoltre portava sulla palma della mano destra il segno della Croce di San Bernardo che da sola basta ad annientare ogni genere di
fatture. 


Pieno di furore Cipriano vedendosi vinto da una delicata creatura insorse contro Lucifero dicendo: "Da che dipende oh genio d'Averno che tutta la mia potenza sia umiliata da una debole donna? Non puoi tu, che eserciti onnipossente dominio sottometterla al mio comando? Dimmi subito quale talismano o amuleto la protegge e le dà la forza di resistere e di vincermi!". 

Lucifero obbligato dal volere divino rispose: "Malgrado tutto il mio vasto regno d'Averno sono sottoposto alla volontà del Dio dei Cristiani e Signore dell'Universo, nè mi è possibile indurre in tentazione chi ha il segno della Croce. Di questo si vale Giustina contro di me". 

Cipriano esclamò: "Se è come tu asserisci fin d'ora ti rinnego e mi faccio discepolo di Cristo".

La conversione di Cipriano fu così sincera che il neofita andò giubilante al martirio per ascendere poi nella schiera dei santi.
fu il primo vescovo che in Africa conseguì la corona del martirio

Egli stesso racconta il suo itinerario spirituale:

 "Quando ancora giacevo come in una notte oscura"- scrive alcuni mesi dopo il battesimo - "mi appariva estremamente difficile e faticoso compiere quello che la misericordia di Dio mi proponeva... 

Ero legato dai moltissimi errori della mia vita passata, e non credevo di potermene liberare, tanto assecondavo i vizi e favorivo i miei cattivi desideri...

 Ma poi, con l’aiuto dell’acqua rigeneratrice, fu lavata la miseria della mia vita precedente; una luce sovrana si diffuse nel mio cuore; una seconda nascita mi restaurò in un essere interamente nuovo. 

In modo meraviglioso cominciò allora a dissiparsi ogni dubbio...

 Comprendevo chiaramente che era terreno quello che prima viveva in me, nella schiavitù dei vizi della carne, ed era invece divino e celeste ciò che lo Spirito Santo in me aveva ormai generato"


San Cipriano insegna che nella preghiera del "Padre Nostro" si impara il modo di pregare comunitario e sottolinea che tale preghiera è al plurale, "affinché colui che prega non preghi unicamente per sé. La nostra preghiera - scrive - è pubblica e comunitaria e, quando noi preghiamo, non preghiamo per uno solo, ma per tutto il popolo, perché con tutto il popolo noi siamo una cosa sola. Il cristiano non dice "Padre mio", ma "Padre nostro", fin nel segreto della camera chiusa, perché sa che in ogni luogo, in ogni circostanza, egli è membro di uno stesso Corpo.
"Preghiamo dunque, fratelli amatissimi", scrive il Vescovo di Cartagine, "come Dio, il Maestro, ci ha insegnato. E' preghiera confidenziale e intima pregare Dio con ciò che è suo, far salire alle sue orecchie la preghiera di Cristo.
Riconosca il Padre le parole del suo Figlio, quando diciamo una preghiera: colui che abita interiormente nell'animo sia presente anche nella voce... Quando si prega, inoltre, si abbia un modo di parlare e di pregare che, con disciplina, mantenga calma e riservatezza. Pensiamo che siamo davanti allo sguardo di Dio. Bisogna essere graditi agli occhi divini sia con l'atteggiamento del corpo che col tono della voce,

inoltre nei suoi scritti sulla preghiera scrive che Dio si incontra "nel cuore"In esso si compie quell'incontro nel quale Dio parla all'uomo, e l'uomo ascolta Dio; l'uomo parla a Dio, e Dio ascolta l'uomo: il tutto attraverso l'unica Parola divina. Precisamente in questo senso - riecheggiando Cipriano - Smaragdo, abate di San Michele alla Mosa nei primi anni del nono secolo, attesta che la preghiera "è opera del cuore, non delle labbra, perché Dio guarda non alle parole, ma al cuore dell'orante"


Orazione di San Cipriano

Ecco il testo della famosa Orazione di San Cipriano, da secoli recitata per allontanare il male ed ogni insidia diabolica.
« Io Cipriani misero peccatore per la grazia di Gesù Cristo, e per provvedere al sonno, ed alla memoria mia, pregai e domandai.
« O Altissimo il quale sei il mio Dio forte e potente, il quale abiti nel gran lume, e sei Santo, e lodevole! Conoscesti la mia iniquità per la quale sono stato in potestà del “demonio”: ma io ignorava allora il Tuo Santissimo Nome; perciò con malefici faceva che le nubi non piovessero, i campi non producessero, gli armenti non generassero, le donne non portassero a frutto i loro figlioli, e gli pesci stessi non tentassero il mare perdendo ogni corso, e velocità. Tutte queste cose le facevo per la grande mia iniquità.
« Ma ora, Signore mio Gesù Cristo, che ho conosciuto il vostro SS. Nome, l’ho amato, e sono già convertito con tutto il mio cuore, con tutta l’anima, con tutta la mia mente, con tutte le mie forze nel Tuo amore, e nei Tuoi comandamenti; desidero di sempre permanere in Te. Io Ti domando, che Tu mi conceda il Tuo amore, Tu che sei parola dell’Altissimo Padre, acciocché si rompino i legami delle nubi, e discenda la pioggia sopra la terra e gli alberi diano i loro frutti, e le donne partoriscano i loro figliuoli senza macchie e poppino i fanciulli il latte delle loro madri, e si sciolgano i pesci nel mare, e tutte le cose che sono in esso, e disciolgansi tutti gli animali volatili e tutti gli animali, che sono di quattro piedi, e tutti gli fiumi; e se alcuno uomo o donna avesse qualche ombra dì spirito maligno, o malia, per la quale facesse del male agli altri suoi simili, ogni sua virtù sia disfatta e nel Nome SS. Tuo JESUS fugga da costui ogni maligno spirito ed ogni malia o fantasma, e non possa avere potestà il maledetto “demonio” di nuocere ad alcuna persona la quale confida in Te, e si parla da lui, o da lei ogni maleficio, e ogni malia e sia maledetta ogni sua opera, ogni suo senso ed ogni sua fatica. E Tu, Signore mio: guardaci dal “demonio” e da ogni suo inganno, per lo Santo Tuo Nome grande: e sempre glorificato.
« O mio Dio Onnipotente accetta le mie suppliche, e fa sì che con piena Tua mano piovano sul Tuo servo (o serva) quelle stesse benedizioni, che cader facesti su quella pietra di Oreb da cui ne scaturì acqua abbondantissima per la dissetazione dei figliuoli di Israele.
« O Signore Iddio siccome ponesti Adamo nel Paradiso del Mondo, da dove n’esce un gran fiume; il quale si divide in quattro fiumi- cioè Gion, Fison, Tigri ed Eufrate, ed a cui comandasti, che tutto il mondo bagnasse, e niuno possa a lui contrastare, così ancora il maledetto “demonio”, o alcun legame; o fattura, o mal uomo o mala donna, o mal occhio o malincontro darci noia. E non possa contristare né nuocere il servo Tuo (o serva Tua) n’é alcun di quelli, che ti chiameranno in aiuto. Partansi ogni malia, ogni male, ed ogni inganno del “demonio”, partansi ancora da essi tutti gli avversari, e non abbiano alcuna potestà di poter loro nuocere, e ciascuno dei loro avversari che desidera di nuocere loro sia confuso. Indirizza la persona del Tuo servo (o serva Tua) e tutti li suoi membri per la virtù del Altissimo Iddio, per intercessione a San Michele, San Gabriele, San Raffaele, Cherubini e Serafini per la virtù del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, Amen.
« E per la virtù di quel glorioso Angelo, il quale discese re nella Città di Nazaret a Maria Vergine. E per la virtù di quei Cherubini e Serafini, i quali stanno sempre intorno alla Sedia dell’Altissimo Iddio, guardi e liberi il servo Tuo (o serva Tua) da ogni fattura e da ogni mal pensiero dei nemici, né abbiano potestà di nuocere, per l’orazione degli Angeli, i quali sono riuniti in tutto. il mondo; così libera questa casa e tutti quelli che abitano in essa da tutti i mali, che fanno i malvagi o le maledonne. E per il nome, quale è sopra i Cherubini fa che non abbia potestà il maledetto “demonio” di stare né scorrer dinanzi al Tuo servo (o serva Tua) né di giorno né di notte sia turbato, né offeso.
« E per l’orazione di San Pietro Principe degli Apostoli, e per le petizioni dei SS. e per l’umiltà dei Pellegrini, e per la penitenza di Adamo, e per il sacrificio di Abele, e per la mansuetudine d’Isacco, per la castità di Giuseppe, per la bontà di Giosafatte, per l’obbedienza di Noè, per la benignità di Matusalem, per la fede ed obbedienza di Abramo, per l’offerta di Isaia; per la religione di Melchisedech, per la peregrinazione di Giacobbe; per la pazienza di Giobbe per la mansuetudine di Mosè, per la religione di Aron, per la devozione di Tobia, per i salmi di David, per l’orazione di Sara, per il lamento di Geremia, per la santità di Zaccaria e per le profezie dei Profeti; e per le sedi di coloro che non dormano mai; lodando e benedicendo Dio in Cielo, e per la chiarezza della divinità, e per le rivelazioni degli evangelisti; per la voce degli Angioli, e per colui che vide Mosè; e per lo splendore del lume eterno, per la fortezza dei Martiri, per la fede dei Confessori, per l’Annunciazione e Concezione di N. S. GESÙ CRISTO, per la Natività e Battesimo suo per la Croce, Passione e per la Morte sua; per colui che di due pesci, e cinque pani saziò cinquemila uomini nel deserto, e per colui che andò sopra le acque con i suoi piedi; e per quei Cori degli Angioli quali saliranno al Cielo con Gesù Cristo. E per il digiuno dei Santi Apostoli, e per lo Spirito Santo, il quale venne sopra di loro, e per la contrizione dei Pellegrini, e per tutti coloro che temono Dio, e per Colui che creò tutte le cose, sciolga questa anima da ogni forza dei “demonio” per l’autorità del Divino e dei Santi Nomi, che qui sono scritti a lode di Dio. Amen.
« E se quella malia o legame fosse stato fatto in nome del “demonio” infilato d’oro o in ferro, o in rame, o in piombo, o in stagno, o in lana, o in lino, o in uccello, o di pesce, o di legna, in alcuna ombra, in pietra, o in sepoltura di Cristiani, o di Ebrei, o in fonte, o in mare, o in casa, o parte di sotto o disopra, o in campo o in vite, o in albore o in pozzo, in profondo di acqua; in sepoltura o in fosse, o in deserto, o in decisione di via o in chiusura. Tutte queste cose siano disfatte appresso la serva o servo di Dio Nostro, in nome dello stesso Dio, ed il maligno “demonio” non abbia potestà di nuocere alcuno di quella casa. E porta suo amore dinanzi ai Santi: Michele, Raffaele, Gabriele ed Angeli ed Arcangeli, Troni, Dominazioni, Principati e Potestà Virtù ed ogni ordine dei Beati Spiriti.
« E per San Giovanni Battista, e per i Patriarchi, i Profeti, e per l’orazione dei dodici Apostoli, e per l’orazione dei quattro Evangelisti, e per l’orazione dei Santi Martiri: Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Lorenzo, Vincenzo, Teodoro, Crispino, Dionisio, Eustachio, ed altri compagni; e per l’orazione di tutti i Confessori e per l’orazione delle sante Vergini Maria Salomè, Margherita, Perpetua, Agnese, Felicita, Lucia, Cecilia, Caterina, Reparata, Concordia, Cristiana, Giuliana, Barbara, Giustina e tutte le Sante Vergini e Martiri di Dio per la virtù Celestiale Iddio vivo e vero, Crocifisso Imperatore e Vincitore della morte, il quale liberò l’umana generazione dalla potestà delle tenebre: sia liberato il servo (o serva) di Dio Nostro.
« Io ti scongiuro maligno spirito per il nome dì Dio Tetragrammaton, per la virtù di colui, che non ha principio né fine, il quale va sopra le nubi e sopra le penne dei venti, per gli Angioli, che sono dinanzi a lui, le cui facce sono coperte; e per lo splendore dell’Altissimo e per la virtù del Signore dei Signori.
« Io ti scongiuro maligno spirito, che tu non abbi potestà sopra di questo servo (o serva) di Dio Nostro, che né di giorno, né di notte abbi potestà sopra di lei, né vigilando, né dormendo, o in casa, o fuori, o mangiando, o bevendo, o in campo) o in vigna, o in via torta, o di due o di tre vie, o in ogni luogo dove l’umana generazione conserva immagine di cera o di qualunque metallo essa sia, non abbia potestà di poter nuocere a questo servo (o serva) di Dio nostro. E siccome l’ardente fuoco non bruciò i tre fanciulli Silerac, Misac, ed Abdenago; così non possa alcun maligno spirito nuocere al servo (o alla serva) vostro. Ed il Nostro Signor Gesù Cristo guardi il devoto servo (o serva), da ogni pericolo conservandolo nella sua grazia.
Amen ».

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