L'IMPORTANZA DI FAR CELEBRARE LE MESSE PER COLORO CHE ANCORA SONO IN VITA
(Tratto da "I nostri morti - la casa di tutti" di Don Giuseppe Tomaselli)
Si sogliono celebrare molte Messe per i morti e poche per i vivi. Da che ho raccomandato dal pulpito e con la stampa di far celebrare Messe per l'anima proprio mentre si è in vita, molti si son decisi a farlo.
Ciascuno pensi all'anima sua mentre è su questa terra e non abbia troppa fiducia nei suffragi che i parenti faranno dopo la morte.
Appena si muore, dei parenti e degli amici alcuni piangeranno, altri non faranno neppure questo, taluni diranno: Che anima buona! Certamente è in Paradiso!
I suffragi potranno ridursi a qualche preghiera ed a qualche Messa sporadica.
Conoscevo una signorina attempata, molto pia e ricca. Lasciò per testamento i suoi beni ai parenti e lasciò pure il denaro per duemila Messe di suffragio, da celebrarsi al più presto. Gli eredi non vollero farle celebrare e divisero il denaro.
Quanto avrebbe fatto meglio la signorina ad applicarsi le Messe mentre era viva!
Per conoscere l'utilità delle Messe in vita si ricordino i frutti del Santo Sacrificio:
1° Merito di gloria per il Cielo.
2° Merito impetratorio per ottenere grazie.
3° Merito soddisfattorio per scontare i peccati, cioè abbreviare il Purgatorio.
Quando i vivi fanno celebrare una Messa per un defunto, a questi arriva soltanto il merito soddisfattorio ed arriva in quella misura che vuole Iddio, potendo, come si è detto innanzi, dare il Signore il merito soddisfattorio ad un'altra anima, o in parte o tutto. Il suffragio arriverà ai morti quando si celebreranno, le Messe; cosicché le anime purganti dovranno aspettare con ansia.
Quando le Messe si fanno celebrare in vita, l'anima acquista tutti e tre i meriti ed invece di aspettare il suffragio dopo morte, giunta nell'altra vita i peccati li trova già scontati, in parte o totalmente.
(Tratto da "I nostri morti - la casa di tutti" di Don Giuseppe Tomaselli)
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