MORI' RIFIUTANDO LA CHEMIOTERAPIA. IL GIUDICE: NESSUN OBBLIGO A FARLA.
«Non vige nell'ordinamento una regola che imponga ai genitori di educare i figli secondo i principi culturali dominanti».
È questo il cardine sui cui si fondano le motivazioni della sentenza di proscioglimento dei coniugi Lino Bottaro e Rita Benini, i genitori di Eleonora, la ragazza di Bagnoli di Sopra nel Padovano, morta per non essersi sottoposta alla chemioterapia. Papà e mamma erano finiti davanti al Gup Mariella Fino del Tribunale di Padova, accusati di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento.
La procura di Padova ha chiuso le indagini sulla morte di Eleonora Bottaro, la diciassettenne di Bagnoli morta il 28 agosto 2016 (era diventata maggiorenne il 14 agosto) dopo aver rifiutato la chemioterapia per curare una grave forma di leucemia. Eleonora, d’accordo con i suoi genitori, aveva scelto di rifiutare la chemioterapia prescritta dai medici dell’Ospedale di Padova e di affidarsi a terapie alternative.
I genitori furono indagati per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento: essi avrebbero osteggiato qualsiasi forma di contrasto medico ingenerando in Eleonora, minorenne fino a quattordici giorni dalla morte, la convinzione che la chemioterapia non solo fosse inutile, ma fosse pure nociva.
I medici avevano così chiesto l’intervento della direzione sanitaria e del Tribunale dei Minori di Venezia. E i giudici avevano revocato, in via provvisoria, la responsabilità genitoriale e nominato un tutore, il professor Paolo Benciolini.
I magistrati avevano parlato più volte con Eleonora per capire le motivazioni della sua scelta. La ragazza, ormai alle soglie della maggiore età, aveva presentato ai magistrati un memoriale, venti pagine scritte a mano, in cui aveva espresso con forza il proprio punto di vista. Due i motivi, spiegava Eleonora, che la portavano a rifiutare la terapia tradizionale: anche lei è, come i genitori, era convinta che il suo male fosse una risposta al trauma psicologico. Inoltre Eleonora aveva vissuto, pochi mesi prima, il dramma di perdere un’amica proprio per un tumore, nonostante la chemioterapia.
I giudici avevano riconosciuto la maturità di Eleonora e acconsentito che i genitori cercassero altre strutture dove poterla curare in modo alternativo.
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FONTE: Il Gazzettino
Martedì 27 Febbraio 2018, 00:00
Morì rifiutando la chemioterapia Il giudice: nessun obbligo a farla
https://www.ilgazzettino.it/pay/attualita_pay/mori_rifiutando_la_chemioterapia_il_giudice_nessun_obbligo_a_farla-3574647.html
«Non vige nell'ordinamento una regola che imponga ai genitori di educare i figli secondo i principi culturali dominanti».
È questo il cardine sui cui si fondano le motivazioni della sentenza di proscioglimento dei coniugi Lino Bottaro e Rita Benini, i genitori di Eleonora, la ragazza di Bagnoli di Sopra nel Padovano, morta per non essersi sottoposta alla chemioterapia. Papà e mamma erano finiti davanti al Gup Mariella Fino del Tribunale di Padova, accusati di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento.
La procura di Padova ha chiuso le indagini sulla morte di Eleonora Bottaro, la diciassettenne di Bagnoli morta il 28 agosto 2016 (era diventata maggiorenne il 14 agosto) dopo aver rifiutato la chemioterapia per curare una grave forma di leucemia. Eleonora, d’accordo con i suoi genitori, aveva scelto di rifiutare la chemioterapia prescritta dai medici dell’Ospedale di Padova e di affidarsi a terapie alternative.
I genitori furono indagati per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento: essi avrebbero osteggiato qualsiasi forma di contrasto medico ingenerando in Eleonora, minorenne fino a quattordici giorni dalla morte, la convinzione che la chemioterapia non solo fosse inutile, ma fosse pure nociva.
I medici avevano così chiesto l’intervento della direzione sanitaria e del Tribunale dei Minori di Venezia. E i giudici avevano revocato, in via provvisoria, la responsabilità genitoriale e nominato un tutore, il professor Paolo Benciolini.
I magistrati avevano parlato più volte con Eleonora per capire le motivazioni della sua scelta. La ragazza, ormai alle soglie della maggiore età, aveva presentato ai magistrati un memoriale, venti pagine scritte a mano, in cui aveva espresso con forza il proprio punto di vista. Due i motivi, spiegava Eleonora, che la portavano a rifiutare la terapia tradizionale: anche lei è, come i genitori, era convinta che il suo male fosse una risposta al trauma psicologico. Inoltre Eleonora aveva vissuto, pochi mesi prima, il dramma di perdere un’amica proprio per un tumore, nonostante la chemioterapia.
I giudici avevano riconosciuto la maturità di Eleonora e acconsentito che i genitori cercassero altre strutture dove poterla curare in modo alternativo.
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FONTE: Il Gazzettino
Martedì 27 Febbraio 2018, 00:00
Morì rifiutando la chemioterapia Il giudice: nessun obbligo a farla
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