La comunione spirituale è poco conosciuta e poco praticata, eppure è una sorgente speciale e incomparabile di grazie:
«Essa è per se stessa, dice il P. Faber, una delle più grandi potenze della terra».
«Per mezzo di essa, scrive S. Leonardo da Portomaurizio, molte anime arrivarono a gran perfezione».
In che consiste la comunione spirituale?
(..).Questa comunione non si fa
esteriormente, come la comunione sacramentale, ma spiritualmente, cioè
internamente e mentalmente, senz'alcun atto materiale e corporale:
spiritualmente, cioè soprannaturalmente e divinamente.
Si chiama pure comunione interiore, comunione del cuore, comunione
invisibile e mistica; perchè ci unisce a Gesù in modo misterioso e
nascosto, senz'alcun segno visibile come nella comunione sacramentale.
Si chiama finalmente comunione virtuale, perchè ha la virtù di farci
partecipare ai frutti dell'Eucaristia.
Che cosa si deve fare per comunicarsi spiritualmente?
Basterà fare degli atti di fede e di amore verso Gesù presente
nell'Eucaristia? No. Bisogna formulare espressamente il desiderio di
comunicarsi: e perchè questo desiderio sia sincero, bisogna, essere
disposto a comunicarsi sacramentalmente, se fosse possibile.
Del resto un semplice desiderio, se è vero e profondo, per quanto breve e
rapido, basta a costituire la comunione spirituale. Evidentemente
quanto più il desiderio sarà prolungato, tanto più la comunione sarà
fruttuosa; ma con un semplice slancio del cuore verso Gesù
nell'Eucaristia si fa la comunione spirituale, si partecipa alle grazie
della comunione sacramentale.
Ecco come questo avviene:
Nostro Signore è nell'Eucaristia per noi; il suo desiderio di venire in
noi, di essere tutto nostro, di possederci, di vivere in noi, è
vivissimo ed Egli non domanda che di poterlo soddisfare.
«Io ardo di desiderio di darmi a te, diceva Gesù alla Ven. Giovanna Maria della Croce,
e quanto più mi do, tanto più desidero di darmi nuovamente. Io
sono, dopo ciascuna delle tue comunioni, come il pellegrino divorato
dalla sete, al quale si dà una goccia d'acqua e dopo è più assetato
ancora. Così io desidero continuamente di darmi a
te». Gesù rivolge queste medesime parole a ciascuno di voi.
Gesù vorrebbe venire ogni giorno nel vostro cuore con la comunione
sacramentale, ma non gli basta ancora: vorrebbe venire in voi
continuamente. Questo desiderio divino si compie con la comunione
spirituale.
«Tutte le volte che tu mi desideri, diceva Gesù a Santa Metilde, tu mi attiri in te. Un desiderio, un sospiro, basta per mettermi in tuo possesso.»
Nostro Signore spesso rivelò ad anime sante e in maniere diverse, il desiderio ardente che ha di unirsi a noi.
A S. Margherita Maria diceva: «Il tuo desiderio di ricevermi ha
toccato così dolcemente il mio cuore, che se non avessi istituito questo
Sacramento, lo avrei fatto in questo momento, per unirmi a te».
Nostro Signore incaricava Santa Margherita da Cortona di ricordare ad
uri religioso le parole di Sant'Agostino:
«Credi, e tu avrai mangiato»; cioè, farà un atto di fede e di
desiderio verso l'Eucaristia, e tu sarai nutrito da questo alimento
divino.
Alla B. Ida da Lovanio, durante una messa in cui essa non aveva potuto comunicarsi, Gesù diceva:
«Chiamami, e io verrò! , - «Venite, o Gesù!» esclamò tosto la santa, e si sentì riempire di felicità come se realmente si fosse comunicata.
E, dopo una comunione spirituale di cui gustava tutte le delizie, Santa Caterina da Siena si sentiva dire da Gesù:
«In qualunque luogo, in qualunque maniera mi piaccia, io posso,
voglio e so soddisfare meravigliosamente i santi ardori di un'anima che
mi
desideri».
Questo desiderio di Gesù, di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non
conosce altro ostacolo che la nostra libertà . Gesù ha moltiplicato i
miracoli per venirsi a chiudere nell'ostia, per potersi dare a noi. Che
cosa gli costa il fare un miracolo di più e il darsi direttamente a noi
senza l'intermediario dei Sacramento? Non è forse padrone di se stesso,
di tutte le sue grazie, della sua divinità ? E se, chiamato da poche
parole, discende dal cielo nell'ostia, fra le mani del sacerdote, non
scenderà direttamente nel nostro cuore, se vi è chiamato dall'ardore
dei nostri desideri?
O meraviglioso potere dell'anima umana! O potenza di un desiderio
sincero, inspirato dall'amore! Potere che permette a ciascuno di voi di
fare per sè, in qualche maniera, ciò che il sacerdote fa per tutti i
fedeli!
Agar fuggendo nel deserto e vedendo che il suo bambino sarebbe morto di
sete, alzò al cielo un grido straziante e tosto scaturì una sorgente
d'acqua fresca per salvare la madre e il figlio.
Gridate dunque verso Dio il vostro desiderio e Dio vi risponderà
facendo scaturire dal suo seno, per santificarvi, una sorgente di vita
eterna!
Un povero selvaggio non ha un sacerdote che lo battezzi, ma fa salire a Dio il grido dei suo desiderio, ed eccolo battezzato!
Un povero peccatore si volge a Dio; dalla sua confusione volge i suoi
sguardi alla Bontà infinita; esso ha sete di amore e di perdono, ed
eccolo perdonato!
Voi non potete accostarvi alla santa mensa, sia che già vi siate
comunicati il mattino, sia che qualche ostacolo ve l'impedisca. Gettate
su l'ostia del Tabernacolo degli sguardi di desiderio, manifestate la
vostra fame e la vostra sete a Gesù. Ditegli: o Gesù, venite, io muoio
senza di voi! - Gesù verrà e voi vi sarete comunicati.
Durante la messa, il sacerdote prende l'ostia fra le mani; si raccoglie,
s'inchina e pronunzia poche parole. Tosto il cielo si apre, Gesù
discende alla voce del suo amico che lo chiama: eccolo fra le mani del
sacerdote!
O anime pie, raccoglietevi profondamente, concepite nel vostro cuore un
desiderio ardente. Tocco e spinto da questo desiderio, Gesù discende
alla sua sposa diletta: eccolo nel vostro cuore!
O bontà ineffabile, o larghezza infinita, o munificenza senza limiti, o
amore incomprensibile! Dio non è più il sovrano Padrone e la creatura
non è più serva: la creatura diventa il padrone sovrano di Dio e Dio si
fa Il servo più docile e più premuroso della creatura! «Non sono venuto
tra voi, diceva Gesù, per essere servito, ma per servire.» la comunione
spirituale è una vera onnipotenza data alla creatura sul Creatore,
all'anima pia, su Gesù! Il P. Faber ha ragione: «La comunione spirituale
è una delle più grandi potenze della terra! (1)»
Come si potranno dunque esprimere i frutti innumerevoli che la comunione spirituale ci reca?
Si può riassumere tutto dicendo che è
una comunione, cioè una partecipazione all'Eucaristia e alle grazie
della comunione sacramentale.
Il Concilio di Trento, parlando dell'uso del sacramento ammirabile
dell'Eucaristia, dice espressamente che «molti la ricevono
spiritualmente e sono quelli che mangiando con il desiderio questo pane
celeste che a loro è offerto, gustano il frutto e l'utilità di questo
sacramento.» Dunque, secondo il Concilio di Trento e secondo tutta la
teologia, la comunione spirituale è un mangiare spiritualmente
del corpo di Nostro Signor Gesù Cristo. Per conseguenza, tutto ciò che
abbiamo detto degli effetti della comunione sacramentale, si ripete
qui, benchè in modo diverso e in un grado inferiore (2).
Il primo effetto della comunione spirituale è dunque di accrescere la
nostra unione con l'umanità e con la divinità dei Verbo incarnato.
Questo è il suo effetto principale, il suo frutto essenziale: tutte le
altre grazie che vi si ricevono, derivano da queste. Eccole in
riassunto:
Il fervore è rianimato. «La comunione spirituale, dice il b. Curato
d'Ars, fa su l'anima come un colpo di soffietto sul fuoco coperto di
cenere e prossimo a spegnersi. Quando sentiamo che l'amor di Dio si
raffredda, corriamo presto alla comunione spirituale» Povero cuore!
perde così facilmente il suo calore e si ricopre di ceneri così presto!
La comunione spirituale rianima il focolare e fa sprigionare la fiamma
del fervore.
In mezzo alle prove del nostro pellegrinaggio quaggiù, continuamente
c'invade la tristezza, e il nostro cuore si riempie di fitte nebbie.
La comunione spirituale dissipa la caligine, come il sole del mattino;
esso riconduce la gioia nel cuore, rende all'anima la pace.
Essa conserva pure il raccoglimento: è il mezzo più efficace per
premunirsi contro la dissipazione, la leggerezza e tutte le divagazioni
della mente e della fantasia. Essa ci abitua a tenere i nostri sguardi
fissi su Gesù, a conservare con lui una dolce e costante intimità, a
vivere con lui in una continua unione di cuore.
Essa ci distacca da tutto ciò che è puramente sensibile e terrestre; ci
fa sdegnare le vanità che passano, i piaceri del mondo che durano poco.
«Essa è il pane del cuore, dice S. Agostino, essa è la guarigione del
cuore» Essa separa il nostro cuore da tutto ciò che è impuro e
imperfetto; lo trasforma e lo unisce strettamente al cuore di Gesù.
Essa rende le nostre relazioni con Gesù più tenere e più familiari. Essa
ci dà per lui una devozione più ardente e più profonda; essa ci fa
meglio gustare la soavità e la dolcezza della sua presenza. «Quando
faccio il segno di croce, scrive sant'Angela di Foligno, portando la
mano al cuore e dicendo ... e del Figlio, provo un vivo amore e una gran
dolcezza, perchè sento che Gesù è là.»
La comunione spirituale mette Gesù là, nell'interno del nostro cuore, in
una residenza permanente e incantevole.
La comunione spirituale ha pure un'efficacia meravigliosa per cancellare
i peccati veniali e per rimettere le pene dovute al peccato. Le anime
pie che la praticano sovente e bene, saranno esenti dalle fiamme del
purgatorio. Gesù le trasporterà direttamente dalla terra al cielo, come
l'anima di Giovanna d'Arco, che fu vista, al momento delle sua morte,
salire direttamente in Paradiso, sotto forma di bianca colomba.
La comunione spirituale darà in cielo alle anime che l'avranno fatta
bene, una gloria sorprendente. Nostro Signore diceva a Santa Geltrude
che ogni qualvolta uno guardasse con devozione l'ostia Santa,
aumenterebbe la sua felicità eterna e si preparerebbe per il cielo
tante delizie diverse a misura che avrebbe moltiplicato quaggiù quegli
sguardi d'amore e di desiderio verso l'Eucaristia.
Le anime che si saranno comunicate spesso spiritualmente, splenderanno
in cielo di una luce particolare e gusteranno delle gioie speciali, più
dolci e più deliziose, che gli altri non conosceranno.
La comunione spirituale, aumentando ogni giorno i nostri desideri di
ricevere Gesù, ci spinge alla Comunione sacramentale, c'impedisce di
tralasciarla per colpa nostra, la rende più frequente, ci dispone a
riceverla meglio e a trarne più frutti. La comunione spirituale è, al
dire di tutti i Santi, la migliore preparazione alla comunione
sacramentale.
Aggiungete inoltre che la comunione spirituale si può offrire secondo
l'intenzione del prossimo, sia in favore dei vivi, sia in favore dei
defunti.
La beata Margherita Maria raccomandava la comunione spirituale in
suffragio delle anime del Purgatorio, «Voi solleverete assai quelle
povere anime afflitte, essa diceva, offrendo per esse delle comunioni
spirituali, per riparare al cattivo uso da esse fatto delle comunioni
sacramentali.»
Finalmente dovete sapere che tutti questi benefici e tutte queste grazie
che derivano dalla comunione spirituale, si ricevono ogni volta nella
misura delle vostre disposizioni, cioè secondo il valore del vostro
desiderio. Più è intenso il vostro desiderio di comunicarvi, più è puro e
prolungato, e più voi parteciperete dei frutti dell'Eucaristia e di
tutti i favori che abbiamo enumerato; tutto questo con nessun altro
limite che l'ardore, l'estensione e la vivezza dei vostri desideri.
I santi sono unanimi nell'esaltare le meraviglie della comunione
spirituale. Arrivano a dire come la Ven. Giovanna Maria della Croce,
«che Dio, con questo mezzo, ci colma spesso delle medesime grazie della
comunione sacramentale»; e, con santa Geltrude e col P.
Rodriguez, «qualche volta di grazie ancora più grandi» ; poichè, nota
quest'ultimo, «benchè la comunione sacramentale sia, per se stessa, di
una maggiore efficacia, tuttavia il fervore del desiderio può compensare
la differenza».
Quale altro incoraggiamento più prezioso si può dare alla comunione spirituale?
E come spingervi di più a praticarla frequentemente?
Quando dunque la farete? - La farete
sempre durante la Messa, quando vi assistete senza potervi comunicare
sacramentalmente. «Bisogna, dice il Rodriguez, divorare con gli occhi
dell'anima quel divino alimento. Bisogna aprire la bocca dell'anima con
un ardente desiderio di ricevere questa manna celeste, e di gustarne
lungamente la dolcezza entro il cuore».
Voi farete la comunione spirituale, secondo il consiglio di S. Alfonso,
al principio e alla fine delle vostre visite al SS. Sacramento. Che
bella maniera d'impiegare quel tempo prezioso! Gesù è realmente là , a
pochi passi da voi, ardente di desiderio di venire in voi. Ardete dello
stesso desiderio per lui, e verrà ad unirsi a voi in una dolce intimità
. Voi uscirete dalla chiesa infiammati di amore!
Voi farete la comunione spirituale il mattino appena svegliati. «Svegliandoti, diceva Gesù a santa Metilde,
devi sospirare a me con tutto il cuore! Desiderami con un sospiro
di amore e io verrò in te, opererò in te e soffrirò in te tutti i tuoi
patimenti».
Voi vi comunicherete spiritualmente, dopo la preghiera, dopo la
meditazione, dopo la lettura spirituale, prima e dopo la recita del
rosario e la sera prima di addormentarvi.
Potete fare la comunione spirituale dieci volte, venti volte al giorno,
quante volte volete, poichè bastano pochi istanti, brevi giaculatorie
rivolte a Gesù nell'Eucaristia, per scongiurarlo di venire in voi. Qui
non importa il tempo; importa l'ardore e la veemenza del desiderio, la
fame e la sete dell'anima, lo slancio del cuore!
NOTE
1. Non bisognerà tuttavia eguagliare la comunione spirituale alla
comunione sacramentale, nè molto meno privarsi di questa sotto pretesto
che ci si supplisce con quella.
2. Nostro Signore mostrava ogni giorno alla pia Paola Maresca un ciborio
d'oro contenente le sue comunioni sacramentali e un ciborio d'argento
contenente le sue comunioni spirituali, indicandole cosà il valore delle
une e delle altre.
Testo tratto da: Mons. De Guiberges, La Santa Comunione, Faenza: Libreria Editrice Salesiana, 1914, pp. 171-182.
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